Anniversario della pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista

"I proletari non hanno nulla da perdere in essa [nella lotta] fuorché le loro catene. E hanno un mondo da guadagnare".

Il 21 febbraio 1848 veniva pubblicato il Manifesto del Partito Comunista, pamphlet di agitazione politica rivolto al protagonista della lotta politica marxista: il proletariato, ovvero i lavoratori salariati "figli" del sistema industriale moderno.

Lo scopo era quello di riassumere e concentrare in una singola opera le principali idee a cui i due pensatori tedeschi erano giunti per quanto riguarda il rapporto tra proletari e borghesi; il legame tra società borghese e le precedenti realtà storiche; la propria filosofia della storia e, infine, la relazione tra i diversi socialismi dell'epoca. Per quanto tecnica, essa doveva solamente ispirare i lettori a iniziare la lotta, prendendo coscienza delle proprie condizioni materiali e legandola con un sistema filosofico ben articolato.

Inoltre, il Manifesto venne scritto in vista dell'incontro tra i membri dell'allora Lega dei Giusti, organizzazione di lotta contro le ingiustizie sociali in diversi paesi europei nel diciannovesimo secolo che, grazie all'influenza di Marx ed Engels, si trasformò nella Lega dei Comunisti.

L'opera, per quanto inconfondibile e unica agli occhi di noi contemporanei, ha diversi punti di contatto con quelle precedenti: la struttura del testo è ispirata ai "Principi del Comunismo", scritti da Engels come bozza di preparazione al più impegnativo Manifesto; invece, il titolo tanto emblematico è in realtà ispirato al "Manifesto degli Eguali", scritto di Sylvain Marechal in vista della rivolta popolare che intentò Gracchus Babeuf.

Si consiglia la visione del film "Il giovane Karl Marx", che narra proprio la vita dei due giovani fondatori del marxismo negli anni di militanza nella Lega dei Giusti, e della stesura di opere come "L'Ideologia Tedesca", "La Sacra Famiglia" e infine proprio il Manifesto. 

Di Gianluca Affinito.