Fisica e filosofia - Werner Heisenberg

Heisenberg viene quasi sempre ricordato come uno dei grandi scienziati e sperimentatori del secolo scorso venendo però spesso ignorato come filosofo e teorico di un nuovo linguaggio scientifico.
La nostra abitudine alla "specializzazione del lavoro" lo ha relegato ad essere un semplice sperimentatore, non permettendoci di vedere che, al di là delle associazioni fatte tra personaggi storici ed il loro mestiere, vi è un'intera realtà di personalità che si sono interessate, con i linguaggi più disparati, ai temi più diversi e lontani dal proprio specifico campo di ricerca.
Per quanto Heisenberg, all'interno di quest'opera, non si allontani dagli elementi teorici della meccanica quantistica (il nocciolo dell'opera), egli riesce a coprire una grande varietà di temi passando dalla storia degli uomini che per primi hanno affrontato il leggendario problema del "corpo nero" fino ad arrivare ad una enunciazione più tecnica dell'interpretazione di Copenaghen e delle due teorie della relatività (ristretta e generale). Ovviamente in tutto ciò non mancherà il confronto effettuato dall'autore con i filosofi antichi e moderni nel campo epistemologico, descrivendo l'evoluzione del rapporto di conoscenza tra uomo e natura.
Heisenberg non si preoccupa di adoperare un linguaggio semplice ed essenziale per descrivere aspetti anche abbastanza complessi arrivando addirittura a sacrificare la propria "correttezza lessicale" (adoperando spesso ripetizioni) a favore di una maggiore chiarezza nell'esposizione.
Questa "scelta di stile" però non deve far pensare che l'autore si rivolga ad un pubblico privo di qualunque conoscenza matematica, fisica e filosofica. Infatti spesso il lettore potrà incappare in diverse spiegazioni di prove sperimentali e teorie filosofiche che solamente una buona conoscenza di geometria lineare, fisica generale ed epistemologia potrà salvare da una lettura solamente superficiale.
Comprendere a fondo le implicazioni di quanto Heisenberg stia dicendo necessità dunque di poche ma essenziali conoscenze di queste materie, spaziando dalla definizione di autovettori e dell'energia fino ad arrivare alla differenza tra "res cogitans" e "res extensa" in Cartesio.
Comprendere la critica che il buon Werner compie nei confronti del "realismo dogmatico" di Einstein, figlio della filosofia di Cartesio potrà sembrare difficile ma non di certo impossibile e noioso permettendo, a chi la affronta, di mettersi anch'egli in discussione assieme a questi "giganti" nei più difficili ma affascinanti problemi che ancora oggi affascinano gli studiosi.
La lettura è dunque consigliata agli appassionati di fisica e filosofia (come potrà anche suggerire il nome) che non vedono l'ora di entrare anch'essi in quest'immenso campo di battaglia che è stata ed è la teoria dei quanta.
Di Gianluca Affinito.