Inseguendo i Riflessi Cangianti della Realtà: Calvino, Ovidio, Pirandello

Perché studiare la letteratura? Da insegnante di lettere, mi sono sempre trovata, in un modo o nell'altro, a dover rispondere a questa domanda, posta talvolta con sincera ingenuità, ma molto più spesso con spirito di provocazione. In un mondo in cui tutto è in continua trasformazione, tutti vanno sempre di fretta e le informazioni si diffondono in modo capillare e immediato, la letteratura sembra non avere più alcuna utilità: non è veloce, non è efficiente, non è pratica. Se oggi ciò che conta è essere produttivi, efficienti, efficaci nel monetizzare al meglio le proprie competenze, perché ci si ostina a voler insegnare ancora i Canti di Leopardi o la bizzarra storia del fu Mattia Pascal? Questa lezione è nata dal desiderio di ragionare su quanto l'inutilità della letteratura costituisca il vero motivo per cui bisognerebbe coltivarla e amarla, sempre e non solo perché costretti tra i banchi di scuola. Come novelli Teseo disorientati dai meandri intricati del Labirinto, così anche noi necessitiamo di un filo a cui appigliarci e i grandi scrittori del passato ci vengono in aiuto. Attraverso un percorso accidentato e avvincente tra le righe di Calvino, Ovidio, Pirandello esploriamo i riflessi cangianti e molteplici della realtà così come la letteratura stessa è in grado di rappresentarla: come mostruosa alterità da vincere nello scudo riflettente di Perseo, o come conferma di sé e della propria identità attraverso gli occhi innamorati di Narciso, ma anche come scoperta disorientante di un sé sfaccettato e moltiplicato dagli sguardi altrui, come nello specchio del bagno di Vitangelo Moscarda. In un caleidoscopio di immagini riflesse, copie speculari che duplicano la realtà, talvolta nascondendola dietro la parvenza vacua della superficie e talvolta svelandone la sua essenza più profonda, l'oggetto "magico" con cui cerchiamo di venire a contatto non è la lastra di vetro riflettente in cui ciascuno si riconosce la mattina, ma lo specchio fatto di carta e nero inchiostro, il libro, tra le pagine del quale il lettore può ritrovare sé stesso e il mondo; è la letteratura come specchio della vita.
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Bibliografia
"Le città degli occhi. 1." da Le città invisibili, Calvino I., 1972
"Leggerezza" da Le lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Calvino I., 1988
Metamorfosi III, Ovidio Nasone P., 8 d.C.
Uno, nessuno e centomila, Pirandello L., 1926