Stile, Libertà e Modernità: analisi e sistema di Georg Simmel

Georg Simmel è stato uno psicologo, sociologo e filosofo, la cui indagine si è concentrata sulle masse che nel XIX secolo andarono a comporre il nuovo soggetto della politica mondiale e si dimostrarono degne di una nuova forma di studio. Nacque così la spaccatura tra una forma di analisi più individuale, la psicologia, e un'altra, che indaga le influenze della collettività sull'individuo e i modi di pensare delle masse stesse: la sociologia. Partendo da questo presupposto, ci può domandare: che cos'è la libertà? L'individuo appare sì finito in sé, ma esso è anche esemplare di una specie; quanto può dirsi libero dinanzi alle modalità di esistenza della propria specie? Questo è il dilemma che funge da base per estrinsecare la parola libertà nella società umana moderna. Per Simmel, la libertà è rispettare e rinnovare la propria peculiarità e particolarità. L'individuo è peculiare per definizione, ma deve scoprirlo, e non paragonandosi con l'altro per capire le differenze: l'individuo è peculiare tutto intero. C'è comunque bisogno di uno sforzo individuale e intellettuale che può liberare l'individuo. Questo concetto va integrato nella vita vissuta attraverso un'analisi del comportamento dell'individuo: Simmel spiega una fondamentale differenza di approccio all'alterità che si presenta fra due tipi di individuo opposti: l'uomo della metropoli, portato a dividere, analizzare e riunire; e l'uomo della provincia che, avendo a che fare con molti meno stimoli esterni, ha invece un approccio più emotivo. Oggi ciò è ancora valido, sebbene la globalizzazione abbia portato ad assottigliare le differenze fra le popolazioni, sempre più soggette a stimoli simili. Vivere sotto una costante tempesta di stimoli porta l'uomo metropolitano a creare una sorta di bolla protettiva di antipatia e indifferenza che lo tiene al sicuro e lontano dalla dispersione delle emozioni. L'uomo che non conosce altro colore a eccezione del grigio è perciò detto "blasé".